"Dall'Opera Omnia di Benito Mussolini" Il 7 aprile, verso le 13, al Colosseo, davanti a 25000 alpini in congedo convenuti nella capitale da ogni parte d'Italia, pronuncia il seguente discorso: "Il mio discoro sarà breve. Prima di tutto sono lieto di porgervi il mio saluto e quello del Governo fascista. Sono lieto di parlarvi fra queste mura gigantesche, che testimoniano della potenza immortale di Roma, e di fronte a quella croce che testimonia la grandezza di una fede, della nostra fede. Roma, cuore ed anima d'Italia, vi ha accolti con grande affetto e con immensa simpatia. Vi è, in questo affetto e in questa simpatia, un'eco di quella gratitudine che tutta la nazione deve ai suoi alpini. Siate fieri, o alpini, per quanto avete compiutodurante la Grande Guerra. Ricordate sempre, con pensiero pietroso, i vostri commilitoni caduti; narrate le gesta di cui foste autori. Passeranno gli anni ed i secoli, ma il vostro eroismo rimarrà indelebile nel cuore del popolo italiano. Siate fieri delle vostre montagne, amate la vita delle vostre montagne, non vi seduca il soggiorno nelle cosidette grandi città, dove l'uomo vive stipato nelle sue scatole di pietra e di cemento senz'aria, con poca luce, con minore spazio e spesso con grande miseria. Siate orgogliosi di una numerosa e fagliarda prole, perchè sarebbe un triste giorno per voi e per la naizone quello in cui la razza dei forti alpini dovesse finire. (Gli alpini gridano: Mai ! Mai !"). Conservate intatte le vostre superve qualità di silenzio, di tenacia, di resistenza alle fatiche, di spirito di sacrificio, e io sono sicuro che se domani le nostre porte d'Italia fossero minacciate ed il re facesse suonare le trombe dell'adunata, tutti gli alpini sarebbero al loro posto e risponderebbero: "Presenti per la vita, per la morte e per la gloria !".